Riflessi di Confine – the exhibit

The crossroad of races, religions and politics deeply entrenched in reciprocal incompatibility for thousands of years, Palestine is the epicenter of tensions and radical conflicts reflecting diametrically opposite visions that can be perceived as irreconcilable.

In this microcosm, the flow of ideas and freedom of movement – which globalization long since recognized as human established rights – undergo a sudden stop. And even when everyday life struggles to reaffirm its spontaneous expressions, it has to confine itself within space made available.

The physical and psychological barriers crossing Palestine cannot be easily understood without personal and direct experience: a dividing line reflecting contrast, incommunicability and frustration which I tried to capture, even if partly, in my photographs.

Crocevia di etnie, religioni e principi politici tra loro incompatibili, la Palestina è da millenni epicentro di tensioni e conflitti radicali che sono tuttora espressione di visioni diametralmente opposte, di cui si percepisce un’apparente inconciliabilità.

E’ un microcosmo in cui la fluidità delle idee e la libertà di movimento, che l’era globale ci ha da tempo condotti a considerare diritti acquisiti, subiscono un arresto improvviso. E anche se la vita vuole comunque riaffermare la propria spontaneità espressiva, deve comunque limitarsi agli spazi che le sono consentiti.

Le barriere fisiche e psicologiche che attraversano la Palestina sono difficilmente comprensibili per chi non ne abbia avuto esperienza personale e diretta: una linea di confine carica di contrasto, incomunicabilità e frustrazione che ho cercato di riflettere, seppure parzialmente, nelle mie fotografie.